• Cenni Storici - ESPRESSIONI D'ARTE DI CULTO

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STORIA, TECNICHE E MATERIALI DEL MOSAICO

Storia

La parola "mosaico" deriva dal greco e significa «opera paziente, degna delle Muse». Senza dubbio rappresenta una delle più alte espressioni dell'arte e uno dei più antichi e appariscenti mezzi d'ornamentazione, tramandateci fin dall'epoca romana. L'origine del mosaico si perde nel tempo, sviluppandosi come parte integrante dell'architettura: comunemente si fa risalire alla pavimentazione a ciottoli in uso a Creta, che però non presentava una superficie piana, in quanto venivano utilizzate pietre naturali. L'arte musiva vera e propria consiste nel comporre un disegno a soggetto o con fregi e disegni geometrici, utilizzando piccole "tessere" o tasselli di pietre naturali, terrecotte o paste vitree. Le tessere, tagliate a mano, vengono fissate su uno strato di cemento o mastice. La tecnica antica era decisamente più complicata di quella attuale: Plinio (scrittore romano del I secolo d.C.) e Vitruvio (architetto romano del I secolo a.C.) ce ne lasciarono chiare indicazioni.
La sostruzione (lo strato su cui fissare le tessere) era composta da più strati:
·       lo "statume", un agglomerato di ciottoli,
·       il "rudus", composto da tre parti di pietre spezzate e una di calce,
·       il "nucleus", fatto di coccio pesto e calce, e infine uno strato sottile d'intonaco su cui andavano inserite le tessere.
Nel Rinascimento il mosaico non è più mezzo creativo autonomo ma diventa virtuosismo: l'unico interesse è per l'apparente eternità del materiale musivo per rendere immortale l'opera pittorica. In epoca manierista e barocca diventa definitivamente subordinato all'architettura e alla pittura: nel primo caso è utilizzato come rivestimento pavimentale, con preferenze per l'Opus Sectile (l'opus sectile è considerato una delle tecniche di ornamentazione marmorea più raffinate e prestigiose, sia per i materiali utilizzati, marmi tra i più rari e quindi costosi, che per la difficoltà di realizzazione, dovendosi sezionare il marmo in fogli assai sottili "crustae", sagomarlo con grande precisione, e utilizzare le più diverse qualità di marmo allo scopo di ottenere gli effetti cromatici desiderati) e la Palladiana (scaglie di marmo che compongono un rivestimento unico e di grande valore) nel secondo caso viene preferito solo per la sua maggiore durata nel tempo e resistenza alle intemperie, per cui si trova soprattutto sulle facciate dei palazzi.
Oggi il mosaico è utilizzato come elemento decorativo in cui eleganza e suggestione si fondono in tal misura che, se gli artisti bizantini non possono tuttora definirsi superati, possono dirsi egregiamente affiancati. La produzione di antichi mosaici con tecniche moderne assicura la perfezione dell'effetto decorativo in tempi brevi e con garanzia di saldezza, cosa in realtà valida per ogni tipo di lavorazione musiva. Grazie al fecondo e produttivo interscambio tra artigiani e designer, il mosaico sta scoprendo ambiti e superfici nuove: in questo modo vengono realizzati oggetti che hanno in loro il tocco dell'arte, il segno tangibile e riconoscibile della mano dell'artista-artigiano. Quest'arte-mestiere scopre una "flessibilità d'uso" mai avuta prima e, grazie alla facilità d'abbinamento con materiali diversi quali il legno, il metallo, il marmo, le ceramiche, il vetro, il gesso e lo stucco, può rispondere alle esigenze di una progettistica che esiga infinite proposte creative e possibilità compositive adattabili al gusto e allo stile personale. La formula dell'artigianato artistico sta risultando sempre più vincente in un mondo stanco dell'appiattimento dovuto alla produzione industriale di massa, teso con favore crescente verso l'oggetto fatto ad arte, unico o realizzato in limitatissimi esemplari.
Tecniche
Le Tessere
Si possono adottare molti tipi di materiali, che permettono effetti diversi ed hanno ciascuno i propri vantaggi
·        i ciottoli
·        la pasta di vetro: effetto di trasparenza
·        i quadrati d'arenaria: taglio facile e resistenti al freddo
·        la ceramica smaltata: grande gamma di colori, ma di difficile conservazione
·        il marmo: numerosi colori, grande resistenza, ma molto pesante
·        l'oro e l'argento: si inserisce uno strato d'oro o di argento in una tessera di vetro; lo strato è protetto e si ha un effetto di luminosità
·        il vetro soffiato: effetto di trasparenza più sfocato
Messa in opera del mosaico
Esistono tre metodi diversi
il metodo diretto: è il più semplice e il più rapido: dopo avere effettuato un disegno a carboncino sul supporto, si applica uno strato poco spesso di adesivo sulle zone da lavorare. Si dispongono inizialmente le tessere più grandi, quindi si inseriscono le più piccole; questa disposizione è realizzata dell'esterno verso l'interno. In seguito si applica uno strato di cemento (per le giunzioni tra le tessere) che si asporta dopo essiccazione
il metodo indiretto: si attaccano le tessere alla rovescia su un supporto provvisorio, per ottenere una superficie piana. Quindi si incolla il tutto sul supporto definitivo, e si toglie il fondo provvisorio. Il supporto provvisorio raccomandato nei manuali è molto spesso la carta Kraft. Questo tipo di carta è sensibile all'adesivo solubile in acqua e si deforma. Le tessere incollate sulle convessità si troveranno nelle concavità una volta che si sarà attaccato l'insieme sul supporto definitivo. Il poliestere non impermeabile (completamente insensibile all'adesivo solubile in acqua) dà risultati migliori e si disincolla molto facilmente per il semplice fatto che l'acqua contenuta nelle giunzioni o il cemento adesivo ha rammollito l'adesivo solubile in acqua.
il metodo doppio: è una combinazione dei metodi diretti ed indiretti
Materiali principali in uso
Vetri: Hanno grande fascino, per le sorprendenti e meravigliose suggestioni di luce che producono. Vengono prodotti per la mancanza di colori particolari in natura, oppure per creare superfici brillanti e resistenti all'acqua. Possono essere utilizzati per mosaici prevalentemente parietali, data la scarsa resistenza all'usura che li rende fortemente deperibili se sottoposti a calpestio. L'unica eccezione è costituita dalle tessere a foglia metallica che possono essere impiegate anche nella pavimentazione.
Si distinguono diverse tipologie di tessere a matrice vetrosa:
·        tessere in vetro omogeneo: tessere di colore omogeneo intenso nero, blu, viola, marrone e verde che impedisce la trasparenza e quindi la visione della malta di allettamento sottostante.
·      tessere in pasta vitrea: tessere di vetro colorato. Possono essere semitrasparenti o opache; si producono in 4 o 5 toni di colore; le più intensamente colorate sono la malta di fondo, mentre le gradazioni più chiare sono ottenute con la dispersione di un minerale cristallino bianco che aumenta l'opacità, con minor quantità di colorante.
·          tessere opache: tessere in pasta vitrea nelle quali l'abbondanza di fasi cristalline rende completamente opaco il vetro.
smalti: tessere traslucide e opache più brillanti e luminose in cui l'effetto di lucentezza è dovuto all'ossido di piombo: per questo sono detti anche vetri al piombo. Sono costituiti da una massa vetrosa portante in sospensione una dispersione colloidale di ossidi di vari metalli con funzione colorante, opacizzante e ossidante. La colorazione avviene in due modi:

tessere a foglia metallica: tessere nelle quali una sottile lamina di metallo battuto (oro, argento e loro leghe) è fissata a caldo fra due strati di vetro detti supporto (di qualche millimetro di spessore) e cartellina (di spessore più ridotto, anche inferiore al millimetro, ricopre la foglia metallica per proteggerla da ossidazione o distacco e per aumentarne la lucentezza).
vetro fuso: Nei sec XVI e XVII l'operazione avveniva in fornace: una volta avvenuta la fusione del vetro, questo, anziché essere pressato, veniva colato in cataletti chiamati "trafile", di dimensioni e sezioni diverse. Le teche venivano quindi ricotte e temperate. Dal XIX secolo si preferisce invece la fusione alla fiamma: al posto dello smalto si utilizzano le "madritinte", ovvero paste vitree con un'alta densità di ossidi coloranti. Per ottenere il colore desiderato, si pongono più madritinte, a piccoli pezzi, in un crogiolo, che vengono fuse con una fiamma che raggiunge i 1000 °C, amalgamando bene la massa con "puntelli" metallici. Il fuso così ottenuto viene posto su una pietra refrattaria e pressato fino a dargli la forma voluta, rettangolare, triangolare, ecc., per poi essere nuovamente posto alla fiamma e tirato fino allo spessore voluto. Le teche possono raggiungere anche i 3 mt. di lunghezza, con diametro da 5 mm a meno di 1 mm. Non richiedono ricottura.
Pietre naturali: marmi sono disponibili in varie sfumature naturali, sotto forma di bacchette o tesserine ed hanno una finitura opaca.


 Napoli Parr. San Lorenzo
 Cappella dell'Adorazione con mosaico e Tabernacolo realizzato con l'immagine del Roveto Ardente, tessere in pasta    
vetro colorato, con inserti in oro zecchino e marmo. Tabernacolo in metallo e cristallo 3D.


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